venerdì 30 marzo 2012

KMC ovvero Kangaroo Mother Care


Il Kangaroo Mother Care, ovvero il metodo della madre canguro, è nato alla fine degli anni ’70 in un ospedale  di Bogotà, in Colombia, per sopperire alla scarsità di mezzi tecnologici nella cura dei neonati pre-termine.
Il metodo consiste “semplicemente” nel consentire il contatto pelle a pelle con la madre: può essere praticato in modo continuo oppure a periodi intermittenti.
Si è visto che tale pratica porta notevoli benefici al neonato immaturo: sincronizzazione del respiro tra madre e figlio con miglioramento della funzione respiratoria, maggiore ossigenazione del sangue e del cervello, stabilizzazione della temperatura corporea e della glicemia, minor rischio di infezioni, migliori risultati nell’instaurarsi dell’allattamento al seno e dell’attaccamento madre/bambino.
Dai paesi in via di sviluppo il metodo KMC è stato poi esportato nei paesi occidentali, quale approccio naturale e olistico al neonato prematuro.
Negli atti del seminario internazionale “Innovazione e sviluppo in sanità: l’integrazione delle medicine complementari e tradizionali nei sistemi sanitari pubblici”, tenutosi a Firenze nell’ottobre 2008, pubblicati dalla Regione Toscana, si trovano due interventi di operatori sanitari albanesi a proposito dell’utilizzo del metodo di cui sopra.
Nel primo, a firma di Edi Tushe, responsabile del servizio di Neonatologia dell’Ospedale materno-infantile di Tirana, si legge:

“ Hector Martinez Gòmez, uno dei fondatori del metodo “madre-canguro” […], sosteneva che il triangolo della vita è fatto di amore, calore e latte materno.
Nel 1992 […] per la prima volta il concetto di amore fra i fattori importanti che influenzano la salute del neonato.
Sono convinto che nei reparti di terapia intensiva neonatale occorra fare un uso appropriato della tecnologia. […]
E’ importante anche sottolineare che i risultati ottenuti con le tecnologie sofisticate hanno anche un’altra faccia della medaglia che consiste […] nei fenomeni iatrogeni […]
Non […] trascurare il fattore costi […]
Non […] trascurare l’aspetto umano e dobbiamo anche pensare all’impatto che un reparto di terapia intensiva neonatale può avere sui genitori.
[…] il metodo della madre canguro […] consente un approccio naturale al neonato prematuro. 
[…] i neonati tenuti in posizione canguro, cioè a contatto diretto con la madre, si ammalano meno di infezioni ospedaliere.
[…] Questo metodo ha effetti a lungo termine sullo sviluppo del bambino. Sono positivi anche gli effetti sulla madre.
[…] metodo a basso costo da utilizzare non solo nei paesi in via di sviluppo, ma dappertutto. Un esempio eccellente di una tecnologia a basso costo ma ad alta efficacia.”

Nel secondo intervento, a firma di Rumena Moisu, responsabile dei servizi di Ostetricia del Ministero della Salute dell’Albania, si leggono altre considerazioni piuttosto interessanti:
“Illustrerò brevemente la storia del Kangaroo Mother Care impiegato nell’ospedale di Tirana. Si tratta di un metodo di assistenza per i neonati, in particolare per quelli prematuri fuori pericolo, che prevede il contatto pelle a pelle con la madre.
Il nostro maggior problema era e rimane l’impiego di questo sistema da parte del personale medico e delle infermiere.
Per l’ospedale l’impiego di questa metodologia è positivo perché ha un costo irrisorio e permette una spesa contenuta per la cura dei bambini prematuri. Il personale medico e paramedico e le infermiere, invece, sono riluttanti e non hanno fiducia in questo metodo, al contrario delle madri, e ciò ci crea dei problemi.”
La nota positiva è che l’amore materno assurge al ruolo di mezzo tecnologico a basso costo per la cura del neonato.
E’ grandioso che si sia arrivati a capire questo e a metterlo in pratica!
Tuttavia sono sorpresa  che ciò non fosse già un’ovvietà.
Mi chiedo quanto il genere umano abbia continuamente bisogno di allontanarsi ed estraniarsi da se stesso per poi ritrovarsi e, in particolare, quanto è necessario depauperare la donna delle sue peculiarità e della sua ricchezza di genere per sminuirne il ruolo sociale.
Credo sia importante che tutte le future mamme provvedano a compilare e consegnare all’ospedale scelto un piano del parto, nel quale possono indicare le metodologie sanitarie che preferiscono non siano utilizzate per la cura propria e del nascituro.
Inoltre, se è vero che è fondamentale disporre di centri sanitari efficienti e preparati ad intervenire in caso di necessità, sembra sia meglio diffidare di luoghi dove ancora non si pratica il rooming-in e i neonati – anche se sani e nati al termine della gravidanza - vengono tenuti lontani dalle madri, in nome di igiene, sicurezza e controllo.
Il metodo KMC ci fa comprendere quanto sia importante garantire la continuità della relazione madre/bambino anche in caso di problemi alla nascita, e ci offre la possibilità di riflettere sull’opportunità di assicurare ai nostri figli un accudimento ad alto contatto per garantire loro un’accoglienza “morbida” nel mondo ed un corretto sviluppo psico-fisico.

Voi cosa ne pensate?

A presto!

8 commenti:

  1. Secondo la mia esperienza, peraltro credo comunissima, il contatto materno è ciò che calma e rassicura ogni neonato: il calore, l'odore, le carezze materne sono ciò di cui il bambino necessita, oltre ai bisogni fisiologici.
    La cosa divertente e ovvia è che riguarda anche molti mammiferi.
    Detto questo però, aggiungerei che la novella madre ha bisogno a sua volta di essere aiutata e incoraggiata in questa sua grande responsabilità, la presenza di persone che ti voglio bene, che ti consigliano e ti aiutano è indispensabile in ogni tipo di parto, ancora di più in un parto che ha avuto difficoltà.
    Per paradosso, tante volte, ciò che è scientifico e razionale cozza con il buon senso e la realtà, fino a che ci si rende conto che "tornare" alla naturalità è la cosa migliore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Ninin grazie per il tuo contributo.
      Sono d'accordo sul fatto che la neomamma abbia bisogno di incoraggiamento e calore da parte delle persone che le vogliono bene, meno sulla necessità di consigli. Credo che ogni donna abbia il diritto di trovare il suo personalissimo modo di essere madre, ed è importante che si senta supportata nel suo percorso. Troppi consigli, spesso anche un po' datati, rischiano di ingenerare confusione e togliere sicurezza.
      Concordo pienamente con la chiusa del tuo commento, perché divenire ed essere madre è naturale! :)
      A presto!

      Elimina
  2. Come al solito vivo tra le nuvole, ma mi sembra una cosa bellissima.

    RispondiElimina
  3. Ciao!
    Son capitata qui per caso, ma scopro volentieri il tuo bel blog! Ti scrivo perchè l'argomento mi riguarda, ho una bimba di 13 mesi nata pre termine alla 34esima settimana in uno degli ospedali più grandi di Milano. Niente terapia intensiva "solo" 5 giorni di culla termica e altri 5 in ospedale in stanza con la mamma.
    La kmc è ben conosciuta in ambito ospedaliero, peccato che non sia praticata! Nella nursery dove io costantemente guardavo la mia bimba dietro il vetro c'era un tevolo pieno di depliant informativi utilissimi per le neomamme tra cui un paio che spiegavano molto bene la marsupioterapia, cosa fare, i vantaggi che ne potrebbe trarre il bambino...peccato che i primi giorni di vita non ho potuto quasi toccare la mia bimba e il latte che io costantemente tiravo le veniva dato solo dalle puericulrtici, quasi io fossi infetta!! Comunque posso dire che una volta uscita dalla culla termica, la mia piccola era periodicamente marsupiata sotto la mia camicia da notte. Le prime 40 notti di vita Chiara le ha passate dormendo o sulla pancia del papà o su quella della mamma, anche perchè non c'era altro modo per farla dormire. Nella culla era "persa" continuava a far versetti, a lamentarsi, appena messa a contatto, invece, rilassava tutti i muscoletti e si abbandonava al sonno.
    Penso che questo metodo non valga solo con i prematuri, insomma dopo 9 mesi in utero, credo che nessun bambino possa stare meglio che pelle a pelle con la sua mamma!
    Grazie per aver proposto la questione

    Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta Laura, e grazie di aver condiviso la tua esperienza.
      Sono d'accordo con te sul fatto che ogni bambino trova la sua migliore culla solo pelle a pelle con la mamma.
      Esiste in proposito anche una teoria scientifica (Adolf Portmann, Ashley Montagu, citati in "Portare i piccoli", Esther Weber, Il Leone Verde, novembre 2007)secondo la quale il neonato umano ha "una nascita prematura fisiologica di 12 mesi", ovvero non raggiunge la completa maturazione in utero perché la sua testa non potrebbe passare attraverso il canale del parto. Questo significa che "il periodo di gestazione dovrà estendersi" ai 12 mesi dopo la nascita. Si parla a questo proposito di esogestazione.
      A presto!:)

      Elimina
  4. Anche a me sembra un'ovvietà e mi sorgono riflessioni amare sul rifiutare da parte di alcuni medici e infermiere questo contatto così naturale e femminile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo in alcune strutture ospedaliere questo rifiuto viene posto anche in assenza di patologie e/o problemi alla nascita.
      Credo sia fondamentale sapere per difendersi, boicottare e riappropriarsi dell'evento nascita.
      A presto!

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...