mercoledì 26 marzo 2014

Coltivazioni casalinghe: la primavera nel cuore

Visto che la primavera atmosferica sembra averci abbandonato, io cerco di tenerla viva almeno in casa.

Sto coltivando una pianta di topinambur, per caso e per curiosità. Avevo alcuni di questi tuberi rimasti un po' troppo a lungo in frigorifero e uno aveva cominciato a mettere delle piccole radici. Considerato che amo il verde timido dei germogli, ho deciso di metterlo sopra un vasetto con le radici bagnate dall'acqua per vedere cosa succedeva. Nel giro di pochi giorni le radici si sono allungate e moltiplicate e un piccolo germoglio bianco/verde ha cominciato a crescere.
Felice di questa meraviglia mi sono informata in rete ed ho scoperto che il topinambur, Helianthus Tuberosus, appartiene alla famiglia del girasole, produce piante alte anche 2 o 3 metri, richiede poca acqua e zero trattamenti antiparassitari, e in autunno dà fiori gialli molto belli simili a piccoli girasoli. Dopo la fioritura è possibile raccogliere le radici e mangiarle, crude o cotte, avendo l'accortezza di lasciarne alcune per la riproduzione della pianta.
La mia ora è così: bella e forte!




Inutile dire che aspetto il bel tempo per metterla in vaso sul terrazzo!

Giorni fa ho letto un interessante articolo, che parla della possibilità di far germogliare e coltivare indoor alcune verdure a partire dagli scarti.
Così, oltre a non buttar via quasi niente, si possono ottenere verdure fresche e colori vivi in casa.
Ho provato subito con la base di una bella cicoria catalogna, alla quale ho appena affiancato la base di un piccolo sedano dell'orto del nonno.
Guardate cosa sta succedendo:




Tutto questo fermento vitale mi riempie il cuore di gioia e di primavera, alla faccia del tempo birichino!

Baci baci!

lunedì 24 marzo 2014

Fenomenologia della mamma al bagno!

Avviso ai naviganti: trattasi di post poco elegante, ma ogni tanto mi va di riderci su!

L'arrivo di un neonato, si sa, stravolge la vita, la riempie di tenerezza e nuovi ritmi, nuove responsabilità, vira l'ordinario in magia e detta nuove priorità.
Niente sarà più come prima. Neanche andare in bagno!

Binotto è, ed è sempre stato, un bambino ad alto contatto, non voleva mai stare separato da me: l'ho tenuto molto in braccio, molto in fascia, gli ho sempre parlato e cantato.
Dopo pochi giorni dalla sua nascita avevo già imparato a trattenere e posticipare qualsiasi bisogno dovessi fare in bagno, pipì o pupù. Per non parlare della doccia, ma quella merita un capitolo a parte...
Ma poi arrivava il momento in cui proprio non ce la facevo più, e se la pipì rappresentava un passaggio più agile e veloce, l'altra faccenda era/è una vera passione.

Ricordate quando Guccini ne L'avvelenata dice “...neanche dentro al cesso possiedo un mio momento”?

Dunque: sono andata in bagno con Bicci nella fascia (scomodo), o in braccio, precisamente sotto un braccio (atroce) mentre con l'altra mano facevo quello di cui necessitavo per rimettermi in ordine... oppure mettevo Bicci nella carrozzina con lo schienale alzato – guai a sdraiarlo – vicino vicino a me e cantavo senza prendere respiro perché si rendesse conto più tardi possibile che non lo stavo toccando... E quelle poche volte che c'era qualcuno che si offriva gentilmente di tenerlo in braccio mentre io facevo quel che non era più procrastinabile, Binotto cominciava a piangere dopo zero secondi e ci ritrovavamo in bagno in tre, con me che cantavo come sopra!

Pian piano Bicci è cresciuto e così l'ho portato in bagno con me in tutti i supporti possibili, continuando a narrare storie e cantare per non farlo tediare.

Ora Binotto ha più di tre anni e meno di quattro, quando va in bagno non vuole essere osservato, mi manda via e mi chiama solo per essere pulito e lavato. Oh, santa indipendenza!

Ma quando sono io ad andare in bagno... arriva di corsa pregandomi di seguirlo immediatamente per mostrarmi il disastro appena combinato; pretende di baciarmi la suzza, prima una e poi l'altra, e/o di toccarmi i capelli; vuole che gli legga un libro; ha urgente bisogno che gli monti l'unico gioco che non sa montar da solo; devo andare a vedere il dipinto confezionato apposta per me; scappa anche a lui e mi devo alzare subito perché “altrimenti me la faccio addosso”; oppure mi osserva e mi interroga con interesse scientifico sulle differenze anatomiche intime tra me e lui e sul motivo per cui non mi sono ancora depilata... Insomma non c'è più pace al cesso... un tempo ci leggevo i libri...
E voi come ve la cavate?

Buonissimo inizio di settimana!
:-))


venerdì 21 marzo 2014

Il gioco della luce, secondo Tullet

E' definitivo: io e Bicci ci siamo innamorati di Hervé Tullet e dei suoi libri gioco!

Immagine presa da qui

Ho cercato “Il gioco della luce”, Phaidon Press Limited, in libreria, non l'ho trovato e così siamo andati in biblioteca e ce lo siamo portato a casa.

E' un libro da leggere, o meglio da giocare, anzi da leggiocare al buio, con una torcia in mano e occhi vivi di fantasia.


Risultato: Bicci non smetterebbe mai di ascoltare, neanche quando ha già fatto millemila sbadigli e resistere al sonno diventa un'impresa: “mamma lo rifai?”
Anche se la stella cadente è già caduta e ricaduta, basta accendere la torcia per sorridere e sussurrarsi "buonanotte" ancora una volta nell'intimità del buio!
E quando io smetto di narrare, allora comincia lui...
Provare per credere!


Noi siamo stati malati tutta la settimana, ma è arrivata la primavera...

Vi auguro un luminosissimo we!!!


Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma



lunedì 17 marzo 2014

Un libro e una canzone

Un libro e una canzone per dire che la vita è un dono prezioso, di cui è vietato sprecare anche solo un attimo, e per dire che niente accade casualmente, c'è sempre una ragione per tutto.

Immagine presa da qui

Ho letto per la prima volta “La Ragazza delle arance” di Jostein Gaarder, Tea Due, nel 2007: era un momento particolare, questo libro mi ha trovata e mi ha carezzato l'anima.

Jan Olav, un padre, muore prematuramente a causa di una malattia quando il figlio Georg ha solo quattro anni. Addolorato dalla consapevolezza di non poterlo accompagnare nella crescita, scrive una lettera all'adolescente che il piccolo diverrà. Infatti Georg riceverà la lettera all'età di quindici anni.
Quelle parole dal passato rappresentano un dono d'amore, un gesto che dà la vita una seconda volta. E molto altro ancora.

La trama non la racconto perché il libro va letto: è un piccolo amuleto che ci ricorda l'importanza di vivere a fondo ogni attimo di questa favola e di alzare lo sguardo a guardare le stelle.

Il tempo, Georg. Cos'è il tempo?”

Guarda il mondo, Georg, guarda il mondo prima di assimilare troppa fisica e chimica.”

Dopo aver letto tutto questo, sai qualcosa sulla storia della mia vita. Sai chi sono. Mi fa bene pensarci.”

Ho ereditato un dolore profondo da mio padre […] Ma ho anche ereditato la capacità di vedere quanto sia meravigliosa la vita.”

Scelgo la vita. Scelgo quel piccolo ritaglio di Bene che mi viene concesso […]”

Chiedi a tua madre o a tuo padre come si sono incontrati. Forse hanno una storia emozionante da raccontarti. Chiedi magari a tutti e due, perché non è detto che raccontino esattamente le stesse cose.”

Anni fa, dopo aver superato brillantemente un esame universitario, mi sono regalata un cd doppio live che desideravo da tempo.
Uno dei due dischi contiene una canzone che adoro: mi fa venire i brividi e mi commuove ogni volta che l'ascolto.
Un giorno mia madre era in macchina con me, io metto il cd e seleziono la traccia spiegandole che amo molto la canzone che sta per iniziare.


Partono le prime note e mia madre mi racconta che su quel brano lei e mio padre si sono conosciuti: è la loro canzone.
Sono rimasta senza parole, ancora più emozionata.
E' un po' come se io avessi iniziato la mia esistenza in quell'incontro, sulle note di quella canzone.

Vi auguro un'ottima settimana!
A presto!
♥♥♥


giovedì 13 marzo 2014

L'urgenza della poesia

Per me la poesia è parola che pretende di far vibrare le corde vocali, di carezzare la lingua e il palato e uscire viva tra le labbra.
La poesia è un soffio vitale pronto a prendere il volo, è emozione che scuote l'anima.
E' parola che si fa corpo, è pace ed urgenza del cuore.

Ieri sera mi sono emozionata con questa, tra le altre, e mi piace condividerla con chi vorrà passare e fermarsi.

Parca-Villaggio

A lungo si parlò di te attorno ai fuochi
dopo le devozioni della sera
in queste case grige ove impassibile
il tempo porta e scaccia volti d'uomini.

Dopo il discorso cadde su altri ed i suoi averi,
furono matrimoni, morti, nascite,
il mesto rituale della vita.
Qualcuno, forestiero, passò di qui e scomparve.

Io vecchia donna in questa vecchia casa,
cucio il passato col presente, intesso
la tua infanzia con quella di tuo figlio
che traversa la piazza con le rondini.

Mario Luzi


Buona giornata di primavera!



lunedì 10 marzo 2014

Essere donna fa la differenza, ogni giorno!

E' da poco passato l'8 marzo, giorno nel quale il dibattito sociale intorno al ruolo della donna si amplifica.
Purtroppo, però, le donne continuano a morire impigliate in situazioni dalle quali non sanno come uscire, convinte che non ci sia alternativa.


Vorrei esprimere quello che mi passa per la testa intorno al femminile e al tema della parità di genere (definizione che non amo).

Un cliché culturale è tale se è condiviso.
Se tutta la società crede che la donna sia il sesso debole, un essere inferiore, ecc, allora questo concetto diventa realtà di elezione, il quotidiano con il quale confrontarsi.

Io credo che la società sia composta da individui liberi, liberi di fare scelte per costruire la propria vita.

Gli uomini sono diversi dalle donne, e questo dato di fatto, ben lontano da essere una penalizzazione, rappresenta una ricchezza.

Unire il punto di vista maschile e quello femminile (di cui le nostre menti sono costituite in percentuali variabili) significa possedere una marcia in più per affrontare in maniera vincente questioni anche complesse, che la vita ci pone davanti.

Avere gli stessi diritti non significa comportarsi nello stesso modo. Ancora una volta si tratta di scelte.

Dal mio punto di vista valorizzare il proprio modo di essere femminile, non rinunciare alla propria peculiarità di genere ma fare di questa il punto di forza nella costruzione del proprio mondo, rappresentano le mosse vincenti per affermare la propria personalità e per vivere serene ed appagate.


Credo, ad esempio, che rinunciare al diritto di accudire il proprio figlio, almeno nel primo anno di vita, per paura di perdere il lavoro o la possibilità di far carriera sia penalizzante tre volte: per se stesse, per il figlio e per la società, che non investe nel benessere delle generazioni future.

Siamo proprio sicuri che le pari opportunità passino necessariamente attraverso la disponibilità di più asili nido per consentire alle mamme di riprendere il lavoro prima possibile? E' davvero questo il futuro che vogliamo? O non dovrebbero piuttosto essere garantite la stessa libertà di scelta e la stessa dignità a tutte?
Quali sono i valori su cui vogliamo costruire la nostra vita? E quali quelli che vogliamo trasmettere ai figli?

L'errore, a mio avviso, sta nel pensare che - per affrancarsi da una presunta posizione di subalternità - sia necessario ripudiare il femminile per comportarsi come un uomo e perdere così la propria ricchezza.

Credo che sia fondamentale crescere le donne nella consapevolezza che non serve un uomo per vivere. Ce la possiamo fare da sole!

La relazione amorosa, quando c'è, deve essere un luogo di pace e serenità, un'oasi nella quale si sta bene, non un calvario per espiare qualche presunta colpa, passata o futura.
Il compromesso nella relazione deve accontentare entrambe le parti, deve donare il sorriso a tutti per il ritrovato spirito di collaborazione. Se non è così, se si soffre e ci si sente deprivate di qualcosa di molto importante, allora è meglio cambiare strada.
Non è obbligatorio essere in coppia, e non è obbligatorio soffrire.

Occorre quindi che la famiglia e le istituzioni educative concorrano a trasmettere un messaggio di reale indipendenza, di sano amore per se stesse.

E' solo quando si ama veramente se stesse che si è pronte per amare l'altro.

I percorsi di teatro al femminile che propongo permettono di riaprire la comunicazione con se stesse e con l'ambiente attraverso il corpo, attraverso la manifestazione fisica di pensieri ed emozioni, consentendo di riprendere contatto con la propria potenza creativa e con il proprio essere profondo.
Questo lavoro permette di instaurare dinamiche di comunicazione efficaci e di rinnovare la propria autostima e la propria autonomia.


Essere donna fa la differenza, ogni giorno!
Io sono fiera e felice di esserlo!

E voi?

Buonissima settimana!



venerdì 7 marzo 2014

Svezzamento secondo natura, con intervista a Michela Trevisan

Svezzamento secondo natura” della Dr.ssa Michela Trevisan, biologa nutrizionista, madre di due figli, Terra Nuova Edizioni, è un libro che merita ben più di una lettura.
Il testo è un vero e proprio trattato di ecologia della nutrizione, nel quale si trovano informazioni preziose circa la composizione e la salubrità dei cibi destinati ai bambini, a cominciare dal latte materno, offre schede dettagliate su proprietà nutrizionali ed età di introduzione degli alimenti, suggerisce quali utensili usare e come preparare la tavola per i piccoli, oltre a come gestire il momento del pasto. Inoltre illustra le tecniche di cottura basilari e propone ricette specifiche per i bambini in svezzamento e per tutta la famiglia. Interessante una breve appendice finale dedicata all’utilizzo del cibo come medicina.

Immagine presa da qui

Michela Trevisan spiega che lo svezzamento e il nutrimento, oltre a rispondere ad un bisogno fisiologico, sono atti culturali, attraverso i quali si trasmette la cultura familiare dell’alimentazione, e sono atti emotivi, attraverso i quali si comunicano emozioni e sentimenti circa il cibo e l’atmosfera domestica.
E rimette la famiglia al centro, l’unica che è in contatto diretto con quell’individuo unico che è il proprio figlio.

Il momento dello svezzamento [...] è un importantissimo passaggio educativo, la situazione in cui noi genitori aiutiamo i figli a formare il proprio gusto che gli servirà per scegliere alimenti salutari, per loro e per il pianeta. I bambini infatti ci osservano con grande attenzione quando prepariamo il cibo, mentre apriamo una busta di verdure o pasta surgelata, oppure quando li portiamo con noi al mercato a fare la spesa o, ancor meglio, se raccogliamo le verdure direttamente dall’orto.
Tutto questo fa parte dell’importantissimo atto di svezzare i nostri bambini.
Per questo è importante recuperare il gesto, recuperare la sostanza, recuperare anche la capacità di osservare il bambino e non tanto di fissare l’attenzione solo sul cibo.
Le tabelle spesso sono rigide e fredde, descrivono come preparare la pappa e quanta ne deve mangiare il bambino, ma non descrivono i suoi gusti, non danno indicazioni sul tramandare i sapori e quindi la tradizione, il pensiero di quella famiglia. Il bambino è un essere unico, diverso da tutti gli altri, manifesta fin da piccolo i suoi gusti e le sue esigenze attraverso delle richieste. Uno dei compiti dell’esser genitori è proprio quello di imparare a conoscere i bisogni del proprio figlio e come assolverli”.

L’autrice pone l’accento sulla necessità di utilizzare materie prime biologiche e alimenti in linea con il naturale avvicendarsi delle stagioni, che saranno quindi in grado di trasmettere all’organismo l’energia giusta ad affrontare il momento dell’anno corrispondente e lo preserveranno da contaminazioni chimiche dannose per la salute.

Di seguito propongo un’intervista che la Dr.ssa Trevisan mi ha gentilmente rilasciato un po’ di tempo fa e per la quale la ringrazio moltissimo, visto che, presa dalla mia curiosità di mamma, le avevo rivolto veramente tante domande.

Immagine presa da qui

Nel suo libro “Svezzamento secondo natura” lei spiega che il bambino nasce sterile. Qual è il legame tra questa affermazione e l’alimentazione del neonato prima e del bambino poi?

M.T. L'alimentazione è il veicolo attraverso il quale il bambino introduce nell’organismo i batteri che andranno a colonizzare l'intestino. I batteri della flora batterica svolgono un ruolo fondamentale nella maturazione del sistema immunitario attraverso la produzione di sostanze diverse a seconda del tipo di batteri presenti. Nei bambini allattati al seno si avrà una prevalenza di Bifidobatteri, che producono sostanze in grado di stimolare correttamente la maturazione del sistema immunitario, mentre nei bambini allattati artificialmente troviamo una prevalenza di Clostridi, che orientano il sistema immunitario verso una risposta di tipo allergico.

Secondo le raccomandazioni dell’OMS “tutti i bambini dovrebbero essere esclusivamente allattati al seno per i primi sei mesi di vita (26 settimane). Secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’Unicef e dell’Unione Europea, recepite anche dal nostro Ministero della Salute, l’allattamento al seno dovrebbe poi continuare per due anni e oltre, secondo il desiderio della mamma e del bambino.Concorda con queste indicazioni? 

M.T. Sicuramente, e questo è sempre possibile. Sembra un'affermazione infondata, ma solo perché abbiamo perso l'abitudine di compiere un gesto molto semplice: la condivisione di latte materno. Molte mamme possono produrre un po' di latte in più che può essere donato ai figli di amiche e parenti, fresco o congelato con i necessari accorgimenti. Invece, nonostante tutta la comunità scientifica non abbia dubbi sulla superiorità del latte di donna o, per meglio dire, della sua non riproducibilità in laboratorio, il primo consiglio spesso dato alle mamme, ancor prima che diminuisca la produzione di latte, è quello di aggiungere latte artificiale, un latte che cerca di mimare il latte materno composto dalle sostanze fin qui scoperte nell’originale latte materno e limitatamente alla lavorazione industriale possibile... E’ come pensare di ricreare un seme in laboratorio partendo dai componenti di base: minerali, vitamine, amminoacidi... si può pensare che possa germogliare come quelli prodotti naturalmente dalle piante? E il latte artificiale potrà far crescere in modo equilibrato i bambini? Lo scopriremo con il tempo raccogliendo dati su bambini allattati artificialmente.

Perché dopo i sei mesi di età del bambino il latte di mamma sembra non bastare più?

M.T. Perché il bambino, iniziando a muoversi, consuma più energia e gli occorre un'adeguato supplemento di calorie. Questo è il motivo per cui si inizia con pappe di cereali, ricche di carboidrati. Inoltre si parla di carenza di ferro, ma questo elemento è carente nei bambini a cui è stato praticato il taglio precoce del cordone ombelicale (ovvero il cordone è stato tagliato prima che fosse terminata la pulsazione – ndr). Le riserve di ferro in natura durano almeno fino all'anno, spesso anche oltre.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza: cosa significa esattamente svezzare?

M.T. Il termine svezzamento è molto criticato e si sta cercando di sostituirlo con “alimentazione complementare”. Potremmo dire che è un percorso attraverso il quale il bambino impara a conoscere il colore e la consistenza degli alimenti  che già ha assaporato nel liquido amniotico prima e attraverso il latte materno dopo. Gli alimenti che gli verranno presentati durante questo percorso saranno memorizzati come alimenti sani, da preferire nell’alimentazione, perché selezionati dalla famiglia per sopravvivere meglio e riprodursi con maggiore probabilità. Quindi se ai bambini, in questa fase delicata, proponiamo biscotti industriali o verdure fuori stagione o cereali con aromi nella composizione, questo è ciò di cui impareranno a nutrirsi.

Esiste un’età standard per lo svezzamento?

M.T. I pareri non sono concordi, in linea di massima si consiglia di svezzare tra i 6 e gli 8 mesi... Il bambino però deve essere d'accordo! Comunque questa è un'età media, a volte i bambini hanno tempi personali di sviluppo, alcuni bimbi hanno una dentizione molto ritardata, manifestando conseguentemente uno sviluppo ritardato (sempre rispetto alla media...) dell'apparato digerente.

In cosa consiste e come viene praticato invece l’autosvezzamento?

M.T. Al bambino, invece che pappe, vengono proposti alimenti direttamente dal piatto dei genitori. Se i genitori mangiano cibo adeguato ovvero non trattato con sostanze chimiche - pesticidi, conservanti, ecc -, fresco, non raffinato industrialmente, evitando alimenti come salumi, cozze, fritti e soffritti, e il bambino ha già i denti, in fin dei conti è quello che probabilmente facevano i nostri nonni. Ma per poterlo mettere in pratica nella maggior parte dei casi bisognerebbe prima svezzare i genitori dall'alimentazione industriale del supermercato.

Con cosa e come cominciare allora l’introduzione di nuovi alimenti?

M.T. Si può iniziare da creme di cereali e brodo vegetale o da centrifughe di verdura o frutta diluite in acqua. Ogni svezzamento deve essere personalizzato, contestualizzato nell'ambiente familiare, come lo sono gli altri percorsi di crescita del bambino.

Che cosa rende il latte vaccino allergizzante?   E’ necessario introdurlo nell’alimentazione del bambino? In una domanda sul mio blog una mamma, preoccupata della presenza di pus nel latte vaccino, chiede a cosa serve e con cosa si può sostituire.

M.T. Il latte vaccino è l'alimento più adeguato alla crescita del vitello neonato. Equivale al latte materno per i bambini.
Il vitello assume il latte vaccino ben oltre l'indipendenza motoria e così dovrebbero fare anche i nostri cuccioli. Il latte vaccino dato ai bambini può scatenare allergie, favorire la comparsa di diabete e altre patologie. Contiene 4 volte le proteine del latte materno e l'eccessivo consumo di proteine nei primi due anni di vita è stato messo in correlazione con l'obesità infantile dei 4-5 anni. Per questi motivi il latte è sconsigliato al di sotto del primo anno di vita, con forti dubbi sulla sua adeguatezza nei primi tre anni.
Dovrebbe essere sostituito dal latte materno, in sua mancanza da un'alternanza di yogurt (non alla frutta!) e latti vegetali fortificati con calcio.

Che differenza c’è tra latte vaccino e latte di capra? Spesso di sente dire che il secondo è più digeribile.

M.T. Nel latte di capra i grassi sono presenti in globuli più piccoli e più digeribili e anche la caseina fiocca nello stomaco in fiocchi più piccoli rispetto a quella del latte vaccino, ma è comunque un latte adatto alle caprette per uso quotidiano!

Tante madri sembrano convinte che liofilizzati e omogeneizzati – che lei definisce giustamente “scatolette per bambini” - siano più sicuri dei corrispondenti alimenti comprati freschi e lavorati in casa. Questa idea unita al consiglio di molti, troppi pediatri, fa si che molti bambini facciano la prima conoscenza di carne, pesce e latticini attraverso questa forma standardizzata. Lei cosa ne pensa?

M.T. Ha senso dare a un bambino un alimento che non può essere preparato in modo casalingo? Gli stiamo dando un alimento o un farmaco? Se è un farmaco vuol dire che pensiamo che il bambino sia malato e quindi è giusto ricorrere a preparazioni speciali. Se il bambino è sano è corretto che venga nutrito con alimenti preparati in casa.

Sul sito Guida consumatore – la rivista online che rende il cittadino consapevole e informato, in una sezione dedicata allo svezzamento si legge “Sicuramente, i primi alimenti che verranno aggiunti nella dieta del piccolo, come abbiamo già visto, saranno gli omogeneizzati. Vi sono gli omogeneizzati di frutta, di carne, di pesce, di formaggini, di legumi, di verdure oltre alle pappe pronte. Sono prodotti studiati per i più piccoli e sono sicuri in quanto il processo di produzione è seguito con la massima attenzione. Sono già omogeneizzati, sono veloci da preparare (basta infatti scaldarli a bagnomaria e aggiungerli alla minestrina).   Gli omogeneizzati quindi sono sicuri e hanno una conservazione più lunga. E’ chiaro che a partire dall’anno di età, occorre eliminare dalla dieta del bimbo, l’uso degli omogeneizzati per sostituirli agli alimenti freschi, anche se c’è chi lo fa già durante i primi mesi dello svezzamento.”    Io considero questa cattiva informazione o informazione distorta. Lei cosa ne pensa? 

M.T. Dipende dall'obiettivo che ci poniamo: il gusto si forma sui primi alimenti introdotti, svezzare con scatolette formerà il palato dei bambini su sapori industriali e non casalinghi con il risultato, riscontrabile nella maggior parte delle famiglie, che i bambini continuano una dieta differenziata da quella dei genitori, consumando biscotti e merendine invece che pane burro e marmellata, patate fritte o purè al posto della verdura, cordon bleu precotti o pasta all'olio invece che risotti e torte salate preparate in famiglia. Inoltre, se è vero che senza omogeneizzati i bambini non possono avere una dieta adeguata, forse dobbiamo porci qualche domanda su qual'è la dieta adeguata per un bambino.



E voi che tipo di alimentazione offrite ai vostri piccoli?

Vi auguro un we speciale!
A presto!



Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma



martedì 4 marzo 2014

Costume da cavallo... forse...


Le maestre avevano chiesto di costruire una sorta di maschera partendo da una t-shirt.
Quindi ho sacrificato una mia vecchia maglietta, ho riciclato due bottiglie di plastica vuote e i nastrini di raso rosso che chiudevano alcuni pacchi di Natale. Inoltre ho comprato cartoncino marrone e arancio, due bottigliette di colori per stoffa e un cerchietto per capelli.

Bicci si è divertito a dipingere una pancia e un posteriore di cavallo sulla maglietta.


Sul cerchietto ho applicato frangetta e orecchie di cartoncino, nastrini rossi e una criniera-treccia fatta con del pirkka (l'avete mai usato? È strepitoso, si possono creare cose fantastiche, guardate qui) che avevo in casa.
Con le bottiglie ho fatto la coda sonora, che ho sistemato sul retro come uno zainetto.



Naturalmente non ho pensato a niente di realistico.

Ecco qua!


Che ve ne pare?

A presto!


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