Binotto
sta crescendo alla velocità della luce … e non parlo solo di età anagrafica –
ora ha esattamente 25 mesi e 22 giorni – ma di abilità e conoscenze che ogni
giorno si sommano nel bagaglio di esperienze della sua piccola vita.
A
luglio, in occasione del mio rientro a lavoro, ho trovato una tata che si
prendesse cura di lui durante la mia assenza.
L’ho
cercata a lungo, imbattendomi in numerose delusioni e ricominciando daccapo.
Alla
fine ho incontrato la nostra Mary Poppins: una ragazza di 26 anni, studentessa
in legge, grande amante dei bambini, umile, attenta, precisa.
Binotto
è - per ora almeno - un bambino di grande carattere ma piuttosto timido. Gli
piace molto stare in relazione, ma ha bisogno di tempi lunghi per conoscere le
persone e capire se ha voglia di farle entrare nel suo mondo. Fa la stessa cosa
con i giochi nuovi.
Io
ho fatto entrare la tata in casa nostra a giugno e abbiamo trascorso un mese
intero insieme io, lei e Binotto.
Quando,
dopo più di una settimana, ho visto che mio figlio cominciava ad interessarsi a
quello che lei gli proponeva, ho cominciato ad allontanarmi in un’altra stanza
della casa e a lasciar loro la libertà di costruire una relazione.
Lei
è stata molto attenta a non imporre la sua presenza e la sua fisicità, infatti
non lo ha mai preso in braccio finché non è stato lui ad arrampicarsi addosso a
lei.
Ogni
tanto Binotto arrivava di corsa a vedere dove ero e cosa facevo, ma pian piano
il tempo che loro due potevano trascorrere insieme a giocare senza che lui sentisse
il bisogno di scappare a cercarmi si è allungato.
Negli
ultimi dieci giorni di giugno ho cominciato ad uscire di casa senza il mio
bimbo.
Io
e Binotto, oltre ad essere soli, non abbiamo mai avuto aiuti esterni di alcun
tipo, per cui fino a quel momento avevamo fatto tutto sempre insieme. Quindi potrete facilmente capire come mi sia
sentita un po’ spaesata e strana la prima volta che mi son trovata sola in
strada senza lui, senza lui nella fascia, senza lui nel passeggino… sola con la
mia borsa e l’aria.
Poi
mi son lasciata prendere da quello che volevo fare: comprare pane e pesce
fresco per il pranzo del mio bambino.
All’inizio
son stata fuori una ventina di minuti circa, poi ho gradualmente aumentato fino
ad arrivare al massimo a due ore.
Ho
provato una gioia immensa nel constatare che Binotto non solo non ha mai pianto ma è stato tranquillo a
giocare con la tata, per corrermi poi incontro felice al momento del ritorno.
Poi
è giunto il giorno del rientro a lavoro: sarei stata fuori casa per quattro ore
filate. Ero comunque un po’ preoccupata e rammaricata di non aver fatto questa
prova prima, ma fondamentalmente avevo anche una gran fiducia in mio figlio.
Mi
sembra importante informarvi che Binotto si è convinto a lasciarmi andare a
lavoro perché così potrò guadagnare i soldi necessari a comprargli moto, scooter e vespa,
di cui va matto! Ecco perché chiama il lavoro “Baa”, ovvero il verso che fa per
indicare i suddetti motocicli.
Io
sono tornata a lavorare e Bicci non ha mai pianto. Ci sono mattine in cui non
ha tanta voglia che io vada via, ma poi io e la tata troviamo un modo per
distrarlo e lui mi saluta affettuoso per andare sereno a giocare.
Sono
fiera di me e di mio figlio, di essere stata capace di ascoltare i suoi bisogni
e di aspettare pazientemente che i tempi fossero maturi per tutti e due,
nonostante le difficoltà anche economiche che questo ha comportato.
Per
me non c’è niente che sia più importante della serenità di mio figlio, del
fatto che lui possa aver avuto il tempo di capire che io vado ma torno sempre,
il tempo di interiorizzare la sua mamma, la sua base di solidità e sicurezza.
E’
vero che ho pagato la disponibilità mattutina di Binotto con lunghe sessioni di
suzza pomeridiana e pisolini di trenta/quaranta minuti al massimo… ma ho
pazientato ancora, perché speravo e sapevo che prima o poi anche questa fase
avrebbe lasciato spazio a nuovi momenti.
Da
pochi giorni il mio piccolo ha cominciato di nuovo a dormire un paio d’ora
circa dopo pranzo. Si sveglia disperato solo se qualcosa lo ha disturbato ed ha
ancora sonno. Allora arriva mamma con la suzza e si riaddormenta sereno.
In
questi mesi – da giugno a ora – Binotto è cresciuto tantissimo: ora dice tante
cose anche se non parla ancora perfettamente, è diventato la creatura più vivace
del pianeta, corre a perdifiato, si arrampica ovunque, addirittura accende e
spenge i fornelli – con mio grande disappunto e preoccupazione, naturalmente.
Io
ho ritrovato anche la mia dimensione di donna e di lavoratrice, che si
affiancano naturalmente a quella di mamma. Ho progetti professionali da varare
e studi da portare avanti. Sento quindi il bisogno che ci sia spazio per tutte
le parti di me: questo mi rende più serena e disponibile nel rapporto con mio
figlio.
Quindi,
dopo attenta e lunga riflessione, credo che sia il momento giusto per mandare
Binotto al nido.
Ho
scelto ed ottenuto – che non è poca fortuna – un nido pubblico molto bello che
fa orario 8,00-14,00. E’ fornito di un grande parco confinante con la campagna,
le educatrici hanno una formazione montessoriana e utilizzano metodologie e materiali
Montessori di cui la struttura dispone, e questo mi piace molto. Quando sono
stata a fare il colloquio informativo le insegnanti mi hanno confermato che
avevo fatto bene ad aspettare, perché a questa età i bambini possono andare a
godersi il nido e le opportunità che esso può offrirgli.
Spero
tanto che abbiano ragione, spero di aver fatto la scelta giusta. Anche se sono
confortata dall’idea di avere un paracadute: se qualcosa andasse storto…c’è la
tata!
Infatti,
pur essendo rassicurata dalla competenza delle educatrici che ho incontrato e
dal fatto che diversificano e adattano l’inserimento in base alla risposta del
singolo bambino, sono un pochino preoccupata dal fatto che Bicci si troverà in
un ambiente nuovo – fuori dalla sua casa – con adulti nuovi e tanti bambini –
lui è un timido dai tempi lunghi, come già detto.
Ma,
ancora una volta, sono fortemente fiduciosa in lui e in noi!
Si,
questa volta ce la possiamo fare!
Le
opinioni espresse qui a proposito dell’inserimento al nido rimangono invariate.
Credo tuttavia che la faccenda cambi oltre i due anni di età, a seconda delle
esigenze dei bambini, e del fatto imprescindibile che si rispettino i loro tempi.
La
cosa più bella del rapporto con mio figlio è crescere, crescere insieme.
Quanto amore, quanta pazienza nelle tue parole e nei tuoi percorsi.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per questa nuova avventura che, sono sicura, viste le premesse, andrà senz'altro benissimo.
Carissima Valeria,
Eliminagrazie per la visita e per aver colto il mio modo di essere madre.
Crepi il lupo!
Ti abbraccio!
A presto!
:-))
Ciao ArteMamma, buon rientro a lavoro e buona crescita (non si finisce mai) a tutti e due!
RispondiEliminaCarissima Manuela,
EliminaGrazie per l'augurio e per la visita.
A presto!
:-))
Wow...è sempre bello leggere del tuo percorso, sei una donna in gamba, davvero!
RispondiEliminaIn bocca al lupo per questo nuovo percorso!
Carissima Verdiana, grazie infinite per l'entusiasmo!
EliminaUn abbraccione,
a presto!
:-))