“Educare con la Comunicazione Nonviolenta”, Marshall B. Rosenberg, Esserci
Edizioni, Reggio Emilia, 2010, tratto da una conferenza tenuta da
Rosenberg a Reggio Emilia, è un piccolo grande libro: piccolo nelle
dimensioni ma grande per la portata innovativa del messaggio che
veicola.
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La
CNV, Comunicazione Nonviolenta, è un protocollo di comunicazione che
può essere applicato in maniera proficua in ogni contesto sociale,
al fine di instaurare rapporti empatici e collaborativi. Utilizzata
in ambito educativo/familiare la CNV aiuta anche a promuovere il cambiamento
di comportamenti indesiderati senza ferire la dignità delle persone
ma, al contrario, donando loro ascolto profondo e comprensione.
“Quindi
la CNV è un linguaggio della vita, si occupa di
ciò che c'è di vivo in noi, senza criticare l'altro.”
Rosenberg
distingue due modi di esprimersi: il Linguaggio Sciacallo e il
Linguaggio Giraffa. Il primo è quello scollegato dalla vita e
dalla gioia di donare: utilizza premi e punizioni, senso di colpa e
vergogna, esprime giudizi e offende per manipolare il comportamento
delle persone distruggendo la possibilità di una cooperazione
spontanea e armoniosa.
Il
secondo, chiamato così perché la giraffa è l'animale terrestre con
il cuore più grande, consente di rivolgersi agli altri senza
criticare e senza insultare, con un linguaggio e un'attenzione che si
prefigge la costruzione di una comunicazione win-win, nella quale
trovano soddisfazione i sentimenti e i bisogni di tutte le persone
coinvolte.
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Ai
due linguaggi corrispondono due analoghi modi di ascoltare.
Rosenberg, infatti, fa notare che il modo in cui noi recepiamo il
messaggio del nostro interlocutore è sempre funzione di una nostra
scelta, di una nostra interpretazione o diagnosi. Secondo il modello
della CNV sarebbe più utile esercitarsi nell'imparare a cogliere nel
messaggio dell'altro sentimenti e bisogni in modo da comprenderli e
accoglierli, al fine di aprirsi alla vita e alla gioia di donare che
la stessa porta con sé.
Il
Linguaggio Giraffa consta di 4 passaggi:
- fare osservazioni chiare, che significa descrivere fatti sforzandosi di non interpretarli e non esprimere giudizi o critiche;
- esprimere i nostri sentimenti in una data circostanza;
- esprimere il nostro bisogno, quello che vorremmo sentir soddisfatto;
- formulare una richiesta chiara, utile al soddisfacimento del bisogno espresso.
Ci
sono aspetti del nostro modo di esprimerci di cui non abbiamo
coscienza, perché, come afferma Rosenberg, buona parte di noi è
stato educata con il Linguaggio Sciacallo, per cui riuscire a
comunicare secondo la CNV presuppone lo sforzo di abbandonare il
vecchio modo e ricostruire una modalità comunicativa non violenta
mettendo in pratica i passaggi indicati.
Se
questo inizialmente può apparire un po' meccanico ed artificioso,
con l'esercizio si acquisisce scioltezza e naturalezza.
Io
credo che la chiave di volta per riuscire a mettere in pratica questa
tipo di comunicazione stia nel porsi una domanda molto semplice: che
cosa voglio da questa situazione/persona?
Vedrete
che tutte le volte che sentirete il bisogno di instaurare rapporti
autentici e profondi, nei quali le persone si sentano collegate a
livello del cuore, la CNV sarà la carta vincente. Ma lo sarà anche
quando troverete sufficiente mantenere un clima sereno e
collaborativo, come a lavoro ad esempio.
“Il
filosofo Krishnamurti [...]
afferma che la forma più alta di intelligenza umana è la
capacità di osservare senza valutare, la capacità di
essere specifici sulle cose che non ci piacciono, senza mescolare
diagnosi.
Questo
è molto difficile per me e per altre persone alle quali è stato
insegnato a parlare Sciacallo, perché il nostro modo di pensare
molto facilmente trasforma i fatti in diagnosi”.
“Sono
andato a scuola per 21 anni, non
riesco assolutamente a ricordarmi di una sola
volta che mi sia stato chiesto come mi sentivo, sono
andato a scuole sciacallo e lì non interessava sapere quali erano i
sentimenti dei ragazzi. L'unico gioco era quello di sapere
cosa l'autorità, il capo riteneva fosse giusto.
E ho imparato bene a svolgere quel ruolo, non è poi tanto difficile
imparare quel gioco, basta essere una persona morta, una bella
persona morta, scollegata dai propri sentimenti e vivere
semplicemente qui, nella testa, cercando di fare quello che le
persone, d'autorità, pensano sia giusto che tu faccia”.
“Essere
liberi richiede la consapevolezza di ciò che proviamo [...]
Ci richiede poi un'altra cosa, ci richiede di sapere perché ci
sentiamo nel modo in cui ci sentiamo. Non vogliamo rimproverare gli
altri per i nostri sentimenti”
“Tutte
le volte che siete arrabbiati [...]
In qualche modo state giudicando che l'altra persona è sbagliata.
Tutte
le volte invece che vi sentite depressi, in colpa o provate vergogna,
vedrete dei pensieri sciacallo diretti contro di voi.”
“Ci
colleghiamo alla vita attraverso i bisogni [...]
Quando
siamo collegati al livello del bisogno, i bisogni di entrambi possono
essere soddisfatti”.
“Quando
parliamo il Linguaggio Giraffa vogliamo essere molto onesti,
senza criticare, senza insultare: è il linguaggio del cuore.
Riveliamo onestamente quello che c'è nel nostro cuore, senza usare
nessuna parola che implichi che c'è qualche cosa di sbagliato
nell'altro.”
“Viviamo
in un mondo dove l'80% della popolazione parla sciacallo”.
“Il
sistema scolastico sciacallo etichetta gli studenti. In quelle
strutture si pensa che alcuni studenti siano intelligenti, che altri
siano stupidi, che alcuni siano normali, che altri siano socialmente
ed emotivamente disturbati.”
A
molti la CNV potrebbe sembrare un esercizio di dialettica ma non lo
è.
E'
invece un invito a riposare, a guardare il mondo con occhi
bambini , con lo sguardo sereno e pulito dell'amore.
Una
comunicazione che viene dal cuore, che si focalizza sui bisogni di
ciascuno, permette alle persone di aprirsi vicendevolmente e di aver
voglia di cooperare. E in un ambiente dove c'è cooperazione si
impara davvero, perché l'alunno è messo al centro, con i suoi
sentimenti e con i suoi bisogni.
Di
fondamentale importanza, a coronamento di questo processo, è
esprimere sincera gratitudine per quello che di buono l'altro
ha portato nella nostra vita.
Ma
pensate che meraviglia se, insieme ai programmi ministeriali, agli
insegnanti venisse imposto di rivolgersi agli alunni con un linguaggio di questo tipo?
E
se questa fosse la forma di comunicazione adottata nei contesti
lavorativi?
Riuscite
ad immaginare quanta violenza in meno ci sarebbe nel mondo e come
saremmo tutti più rilassati e felici?
Buonissimo
lunedì a voi!
Bellissima la tua recensione. Il libro che consigli sembra davvero molto interessante! E' la prima volta che sento parlare di CNV e voglio approfondire.
RispondiEliminaColgo l'occasione per invitarti sul mio blog per ritirare un piccolo riconoscimento ;-). Ti aspetto, ciao!
La CNV è molto preziosa!
EliminaGrazie per la tua partecipazione appassionata!
Abbraccione!
:-)
Come sempre i tuoi post sono molto interessanti, non conoscevo il modello della CNV ma da quel che hai scritto non posso che approfondire l'argomento.
RispondiEliminaA presto
Federica
Ne sono felice!
EliminaA presto!
:-)
Questo post è fantastico. Ho imparato a utilizzare il linguaggio giraffa (solo ora ho imparato che ha un nome...) sul lavoro e ne ho fatto tesoro anche per tutte le altre relazioni della vita: è davvero un cambiamento grande, cambia prospettiva e dà grossi riscontri. Grazie di cuore per la spiegazione e le citazioni, sono illuminanti e precise!!! Mi segno subito il testo e me lo cercherò!
RispondiEliminaA presto ^_^
Ciao Carla,
Eliminasono contenta che tu conosca il Linguaggio Giraffa e trovi utile il post.
Abbraccione!
:-)