Ho
pensato a lungo se e come scrivere questo post.
Immagine presa dalla campagna A MANI FERME di Save the Children |
Io
sono una donna adulta che da bambina le ha prese, e “di santa ragione” come
direbbe fiera mia madre.
Ecco:
io porto ancora dentro quelle ferite e ho dovuto fare un grandissimo lavoro personale
per superarle e trovare fiducia in me stessa.
L’ultimo
step di questo percorso alla ricerca della vera me è stato dare la vita a mio
figlio a casa con parto naturale.
La
mia esperienza fa si che io sia assolutamente contraria all’utilizzo di
qualsiasi forma di forza e coercizione nella relazione e nell’educazione di un
figlio, e nelle relazioni in generale.
Questo
non significa che io sia, o aspiri a essere, un genitore perfetto né che sia
immune da errori e frustrazioni. Talvolta mi sento completamente inadeguata e
perdo la bussola, mi sembra di non avere più strumenti.
Ma
cerco sempre di prendere le distanze e riflettere, cerco di controllare il
volume della voce, e scopro con gioia che se io mantengo la calma e persevero
nella ricerca di dialogo e comprensione le questioni diventano più facili e io
e Binotto ritroviamo il gusto di collaborare per vivere sereni! Credo che
questa sensazione sia impagabile.
E
finisco sempre per essere estasiata e grata per il bello che c’è nella mia
vita.
La
nascita di un bambino è un evento meraviglioso, che stravolge positivamente la
vita dei genitori.
Tuttavia
mi sembra strano che per fare l’educatore occorra studiare e conseguire un
titolo, che a volte si rivela anche insufficiente, e non esistano iter
preparatori e formativi per affrontare il difficile e delicato compito di
essere genitore.
La
maternità e la paternità nascono da un profondo atto d’amore verso la vita, ma
questo non sempre basta, perché ci sono tante difficoltà da affrontare e una
società, nella quale inserirsi, che tende ad imporre ritmi che sono poco o per
niente favorevoli alla cura delle relazioni.
Io
credo che la violenza dei genitori verso i propri figli derivi da una reazione
di serrata difesa dell’adulto rispetto allo scardinamento di vita e abitudini
che un piccolo mette in atto. Così come credo che probabilmente anche le
modalità del parto e dell’accudimento scelte o non scelte influiscano sulla
capacità di accogliere e comprendere i bisogni di una creatura, che sarà a
lungo completamente dipendente da noi, e dalla madre in particolare.
Insisto
perciò sul fatto che sarebbe importante non lasciare soli i genitori, non lasciare
sole le famiglie, ma creare una rete virtuosa di accoglienza e amore.
Perché
l’amore passa attraverso un gesto d’amore e un gesto d’amore può avere tante
forme e manifestazioni.
Personalmente
rimango sempre ferita e spaventata quando vedo maltrattare un bambino. E nei
maltrattamenti io includo anche lasciar piangere un neonato di pochi giorni o
pochi mesi in una carrozzina e/o in un passeggino.
Purtroppo
capita più spesso di quanto si creda.
Negli
ultimi mesi mi è successo di vedere una mamma – che ho conosciuto al corso
pre-parto della Asl e che è ricorsa anche all’inseminazione artificiale pur di
avere un figlio - picchiare la sua bambina di circa 18 mesi in un negozio di
abbigliamento per piccoli (!) perché toccava tutto e non stava ferma; oppure vedere
una mamma picchiare, sulle mani e sul viso, il proprio bimbo di circa 2 anni e
mezzo, seduto nel passeggino, perché allungava le mani per toccare i prodotti
in vendita e piangeva per il dolore e la frustrazione. E più piangeva e più lei
schiaffeggiava.
In
entrambi i casi ho vissuto un forte senso di offesa e di impotenza, perché
avrei voluto intervenire ma non sapevo come farlo.
Stamani
a lavoro, parlando con una collega che ha un figlio di sette anni, ho trovato da riflettere quando mi ha detto che lei non picchia mai suo figlio, al limite gli da
qualche sculaccione ogni tanto.
Alla
luce delle riflessioni di cui sopra, trovo quindi molto importante la campagna A MANI FERME, coordinata da Save the Children Italia con la collaborazione di tre partner europei - Save the Children Svezia, Save the Children Romania e Save the Children Lituania - che nasce all’interno del Progetto “Educate, do not punish”, finanziato dalla
Commissione Europea, per proteggere i bambini dalle punizioni fisiche o
corporali e dalle altre forme di punizioni umilianti e degradanti in tutti i
contesti, compreso quello familiare, promuovendo la genitorialità positiva.
E' importante far rilevare come molti stati europei abbiano vietato per legge le punizioni
fisiche all’interno della famiglia e in ambiente scolastico, mentre in Italia
non esiste ancora una norma in proposito.
Credo
che ottenere che il legislatore colmi questa lacuna sia una battaglia di
civiltà.
Qui il link allo spot della campagna.
Save
the Children mette a disposizione la Guida pratica alla genitorialità positiva, un’opuscolo
di 60 pagine, che ho trovato estremamente chiaro e utile.
La
guida aiuta i genitori a riflettere per trovare una strada alla costruzione di
un buon rapporto genitori-figli, fornendo utili informazioni circa lo sviluppo
cognitivo dei piccoli nelle varie fasce di età e i loro corrispondenti bisogni e indicando i quattro pilastri sui quali fondare la relazione:
1. Individuare i propri obiettivi educativi di
lungo termine;
2. Far sentire il proprio affetto e fornire
punti di riferimento ai nostri figli in ogni interazione con loro;
3. Comprendere cosa pensano e cosa provano i
nostri figli in diverse situazioni;
4. Assumere un approccio che mira alla
risoluzione dei problemi piuttosto che un approccio punitivo.
Uno
dei passaggi più belli a mio parere è questo:
“Nessun genitore è perfetto. Tutti noi commettiamo
degli errori, ma possiamo imparare da questi, proprio come fanno i nostri
figli.”
Qual'è il vostro approccio educativo con i bambini?
Vi siete mai trovate/i in difficoltà?
A
presto!
Hai ragione, anche io penso che non solo sia sbagliato maltrattare un bambino - anche solo con uno schiaffo - perchè siamo tutti bravi a prendercela con chi non ha modo di difendersi, ma penso anche che non serva: i bambini capiscono ed è giusto parlare, spiegargli le cose, in modo che non smettano di fare una cosa per paura, ma per consapevolezza che non è bene tenere quel comportamento.
RispondiEliminaBello davvero come post!
Buona domenica e a presto
Laura
Ciao Laura e grazie per essere passata e aver lasciato il tuo commento.
EliminaCredo sia un tema molto spinoso, di cui forse molte persone preferiscono non parlare.
Buona domenica a te!
Si, a presto!
:)
Molto interessante questo tuo post, Anna.
RispondiEliminaAnche io da bambina qualche volta "le ho prese", ricordo qualche schiaffo, e qualche sculaccione, e quando con Sara sono cominciati i primi "conflitti" mi sono resa conto che il retaggio di quello che avevo vissuto veniva fuori nella reazione istintiva.
Ricordo benissimo la prima volta che mi sono davvero arrabbiata (intorno ai 18 mesi di Sara), la mia frustrazione e la reazione istintiva di darle uno schiaffo su una mano. E' stato un episodio isolato perché nell'istante stesso in cui facevo quel gesto mi sono pentita: sapevo benissimo che non era quello il modo per farle capire le cose, e che aveva preso il sopravvento una parte di me diciamo "ancestrale", nel senso che mettevo in atto qualcosa che avevo in un certo senso appreso, ma che non avrei mai voluto ripetere.
Da quel giorno non è mai più successo: ho sempre pensato che "le mani non si usano", e nel tempo ho visto i grandi risultati che danno le parole dette con calma e fermezza accosciandosi di fronte a lei, la comprensione e la capacità di mettersi nei suoi panni, cose che di certo non sempre è facile applicare, ma bisogna sforzarsi di farlo.
Ho dato una lettura veloce alla guida che hai segnalato e dice una cosa molto vera: "Ricordiamoci sempre che affetto e punti di riferimento sono i due strumenti più potenti
che abbiamo per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine"
Grazie! e scusa per il "commento fiume"
Ciao Valeria,
Eliminati ringrazio tantissimo della visita e del commento che racconta una cosa molto comune, e ci insegna anche che la consapevolezza può essere molto utile nel cercare di cambiare le cose.
La guida è veramente ben fatta e fornisce, secondo me, un utilissimo punto di partenza per un'approccio dolce alla relazione con i propri figli.
Un abbraccio.
Buona domenica,
a presto!
:)
Hai ragione, anche io trovo inutile educare i figli con gli schiaffi, io non ne ho mai ricevuti dai miei, forse qualche sculacciata ma non la ricordo, ricordo solo tanto amore. E voglio fare lo stesso con mio figlio, cerco sempre il dialogo, certo non nego che ogni tanto l'urlata scappa, ma poi cerco sempre di rimediare. Non sopporto vedere un bambino triste, anche perché quando fanno un capriccio cerco di mettermi anche nei suoi panni e capire perché lo fa.
RispondiEliminaCiao Elena
Carissima Elena, grazie di essere passata di qui!
EliminaJesper Juul dice che i bambini sono molto collaborativi, ed è profondamente vero.
Quando qualcosa non va vuol dire che si è inceppata la comunicazione e probabilmente noi in quel momento non riusciamo a decifrare i bisogni di nostro figlio. Non siamo perfetti: la cosa importante è mettersi nell'ottica di voler imparare insieme ai nostri bambini. E, se sappiamo ascoltare, i piccoli hanno veramente tanto da insegnarci.
Un abbraccio.
A presto!
:)
Non conoscevo questa guida di save the children
RispondiEliminaOps mi è' partito il commento
RispondiEliminaCredo sia importante divulgarla
Io l'ho trovata molto utile e ben scritta. E il video è molto forte, di impatto.
EliminaPurtroppo ho avuto l'impressione che la loro iniziativa non abbia avuto la giusta eco, almeno per quello che ne so io.
E poi ho notato che, purtroppo, quando si toccano questi argomenti ci sono poche persone disposte a partecipare. Io credo che quello della violenza nell'educazione e nella relazione con i bambini sia ancora un argomento tabù.
A presto!
:-)
Io ho visto diverse scene terrificanti e umilianti per i bambini ma anche per i genitori: scene di sgridate e punizioni all'angolo, schiaffi perchè rovesciano l'acqua o non mangiano tutto, negazioni e divieti... ogni volta mi sembra che mi si fermi il cuore e lo stomaco mi si contorce... spero che con l'impegno di tutti e anche con il riconoscimento giuridico di tali comportamenti come reato, le cose cambino e cambino in fretta!
RispondiEliminaIo spero che, prima o poi, l'empatia l'amore e il rispetto divengano pilastri portanti di una società composta da esseri umani per esseri umani.
EliminaNotte!
:-)