Oggi
festeggiamo la Befana ma nella stessa data accade anche
che:
“Era
il sei gennaio 1906 (praticamente
tutte le altre fonti che ho consultato dicono 1907)
quando
si inaugurò la prima scuola di piccoli bambini normali da tre a sei
anni, non posso dire col mio metodo, perché esso non esisteva
ancora, ma vi doveva nascere in breve tempo”.
Così
racconta Maria Montessori nel
suo “Il segreto dell'infanzia”
(Garzanti, Elefanti, novembre 2007), da cui sono tratte anche le
altre citazioni di questo post).
Siamo
nel quartiere San Lorenzo, a
Roma. La scuola nasceva all'interno di un progetto di
riqualificazione edilizia e igienica dell'area, i 50 bambini ammessi
a frequentarla provenivano tutti da famiglie poverissime dove
l'analfabetismo dilagava.
La continuità
educativa tra scuola e famiglia si concretizzava nell'impegno dei
genitori a tener pulita la zona e a mandare i bambini a scuola lavati
e ordinati.
Per la prima volta
lo spazio scolastico è organizzato a misura di bambino, al quale è
data libera facoltà di movimento e di scelta tra i materiali
didattici proposti: non ci sono più cattedre, né programmi, esami,
castighi o premi.
Ne consegue che “Il
metodo non si vede: ciò che si vede è il bambino. Si vede l'anima
del bambino che, liberata dagli ostacoli, agisce secondo la propria
natura.”
Il principio del
metodo Montessori risiede nel favorire lo sviluppo di ogni individuo
in base ai suoi ritmi naturali e alla sua peculiare personalità,
l'esperienza e l'autonomia facilitano la scoperta dei propri
interessi reali e lo sviluppo della fiducia in se stessi.
Maria Montessori
chiama i piccoli allievi delle sue scuole “bambini
normalizzati”, fanciulli ai quali è
restituita la libertà di movimento in un mondo pensato appositamente
per loro, per agevolare la loro crescita.
Un centinaio di anni
fa circa questa studiosa spiegò che molte difficoltà di
apprendimento dei bambini erano imputabili ad un metodo educativo
inadeguato a favorire il fiorire della personalità e
dell'intelligenza immaginativa degli alunni, che si rinserrava
quindi dietro “barriere psichiche”
capaci di renderli impermeabili agli insegnamenti imposti fino al
punto da “venir confusi coi deficienti”.
“Ma se
l'operaio produce ciò che l'uomo consuma e crea nel mondo esteriore,
il bambino produce l'umanità stessa, e pertanto i suoi diritti
ancora più palesemente esigono trasformazioni sociali. E' evidente
che la società dovrebbe prodigare ai bambini le cure più perfette e
più sagge, per ricavarne maggior energia e maggiori possibilità per
l'umanità futura.”
Non sembra anche a
voi un'ottimo augurio per l'anno appena cominciato e per tanti altri a
venire?
Ottimo augurio e mi leggerò il testo che citi, interessantissimo!
RispondiEliminaGrazie Mamma Piky!
EliminaA presto!
:-))
non sapevo di questa concomitanza di date, bello! e l'ultimo passo che hai riportato, quello del paragone con l'operaio, mi sembra geniale e racchiude l'intelligenza di questa donna che ha saputo vedere molto lontano!
RispondiEliminaConcordo.
EliminaBuonissima serata a te!
A presto!
:-))
Questa è un'ottima occasione per ricordare una figura così illuminata, così affascinante i cui pensieri ancora oggi danno i loro frutti!!!
RispondiEliminaE quanto ho amato il film sulla Montessori! ^_^
Io non l'ho visto...
EliminaBuona giornata!
:-)